Collective Rewilding
~instagram takeover



02.11.2020 - 06.11.2020


Il collettivo curatoriale Collective Rewilding ha invitato CampoBase a prendere in mano il proprio instagram account per cinque giorni. 
CampoBase propone contenuti che hanno a che fare con la propria pratica, ritracciando parallelismi e divergenze nell’investigazione di un tema affrontato negli ultimi due anni: il displacement





Collective Rewilding è un laboratorio per costruire assemblaggi di vedute, temporalità e popoli in modo che il sito espositivo; (sia digitale che fisico) possa diventare un nuovo spazio materiale per diventare insieme agli altri, cioè riposizionare l'umano tra gli altri attanti non umani. Vediamo la pratica curatoriale come quella che oggi deve indagare su modalità di sguardo che favoriscano nuovi orientamenti verso il nostro senso collettivo di vulnerabilità. Situarci l'uno di fronte all'altro, come altro che esseri umani, tuttavia, richiede non solo una riconfigurazione della nostra posizione geopolitica ma, più urgentemente, un divenire insieme che prenda in considerazione un’ontologia multispecie, femminista e decoloniale. Riuniteci a riflettere su piattaforme per disimparare, suggeriamo nuovi esami critici e prospettive ottiche che possono aiutarci a svelare storie di resistenza, scambi di conoscenze e reti di solidarietà artistica contro strutture di potere coloniali e antropoceniche.

Il progetto è visibile sull’ account instagram di Collective Rewilding: collectiverewilding

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The curatorial collective Collective Rewilding invited CampoBase to take over of their instagram account for five days. CampoBase offers contents that have to do with its own practice, retracing parallels and divergences in the investigation of a topic addressed in the last two years: displacement.

Collective Rewilding is a laboratory for constructing assemblages of views, temporalities, and peoples so that the exhibition site; (whether digital or physical) can become a new materialist space for becoming with others - that is of repositioning the human among other non-human actants. We see the curatorial practice as one that today must inquire into modes of looking that foster new orientations towards our collective sense of vulnerability. To situate ourselves vis-à-vis each other, other-than-human beings, and our multiple yet disparate emergent social concerns, however, requires not only a reconfiguration of our geopolitical position but more urgently, a becoming with that account for a multi-species, feminist, and decolonial ontology. Convened to think about platforms for unlearning, we suggest critical new examinations and optical perspectives that can help us unpack histories of resistance, knowledge exchange, and networks of artistic solidarity against colonial and Anthropocenic structures of power.

The project is visible on Collective Rewilding’s instagram account: collectiverewilding



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