MEET & SCREEN [2] ~ Chto Delat
20.06.2019
Il secondo appuntamento di Meet&Screen ha proposto la proiezione di tre opere video del collettivo russo Chto Delat, la cui pratica mira a combinare teoria politica, arte e attivismo. La sua attività artistica è svolta attraverso una vasta gamma di media - da video e spettacoli teatrali a programmi radiofonici e dipinti murali - e comprende progetti artistici, seminari e campagne pubbliche. Le opere del collettivo sono caratterizzate dall'uso dell'effetto di alienazione, scenari surreali, analisi sempre basate su casi concreti di lotte sociali e politiche. L'estetica del gruppo si basa anche sulla rottura eretica dei dispositivi artistici offerti da Bertolt Brecht, Jean-Luc Godard e Reiner Fassbinder.
Si ringrazia Chto Delat per la gentile concessione dei lavori video.
- The Lesson on Dis-Content (2011, 18’ 16”)
Questa performance è stata registrata alla Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden il 28 ottobre 2011. Il lavoro è stato prodotto in occasione della mostra personale di Chto Delat presso il museo tedesco, dove il collettivo entrava in dialogo con l'eredità di Bertolt Brecht, che aveva presentato in anteprima due opere, Mahagonny-Songspiel (1927) e The Baden-Baden Lesson on Consent (1929), al nuovo festival di musica da camera tedesco nella stessa città. Chto Delat voleva produrre un nuovo pezzo in dialogo diretto con il lavoro di questo grande maestro. Il video si basa su una lettura critica di un numero di testi prodotti dal movimento antipsichiatrico, formatosi tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta in Europa e negli Stati Uniti, in particolare quelli del noto collettivo dei Pazienti Socialisti a Heidelberg. Nella performance, un "coro di pazienti" che è stato invitato a comparire all'inaugurazione della mostra, si impegna in un dialogo con il pubblico. Quest’opera critica il concetto moderno di uno stile di vita sano e discute su come possiamo radicalizzarlo e "trasformare la malattia in un’arma".
- Museum Songspiel (2011, 25' 21’’)
La quarta songspiel rappresenta una nuova forma di tragedia contemporanea, realizzata nella tradizione dei film distopici. La sceneggiatura prende le mosse da uno scenario immaginario della politica olandese nell'anno 20XX, in cui tutti gli immigrati sono stati banditi dal paese. La prima scena mostra una guardia di museo che controlla le gallerie. La drammatica colonna sonora che accompagna la scena sembra anticipare la confusione del protagonista quando inciampa su un gruppo di immigrati clandestini che hanno cercato rifugio in una grande vetrina, progettata per l'esposizione di un’opera di street art all'interno della struttura museale. Il museo sembra essere l'unica istituzione in cui possono sperare di eludere la loro deportazione. La situazione, che ricorda uno zoo (umano), in cui un gruppo è separato dall'altro attraverso una grande vetrata, è finalmente risolta quando il direttore del museo dice a un giornalista indignato che non c’era mai stata l’intenzione di nascondere gli immigrati dalle autorità, ma che sono stati semplicemente assunti come attori per una performance. Il film solleva la spaventosa questione su quale ruolo specifico il museo, e quindi anche l'arte, potrebbe essere costretta a giocare in circostanze politiche simili alla situazione politica russa attuale. Il film è una sorta di test su come l'arte socialmente impegnata potrebbe operare sotto una forte pressione da parte dei governi populisti nazionalisti.
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The second appointment proposed the screening of three video works by the Russian collective Chto Delat, whose practice aims to combine political theory, art and activism. Their artistic activity is carried out through a wide range of media - from videos and theatrical performances to radio programs and murals - and includes artistic projects, seminars and public campaigns. The collective's works are characterized by the use of the effect of alienation, surreal scenarios, typicality and analysis always based on concrete cases of social and political struggles. The group's aesthetic is also based on the heretical break-up of the artistic devices offered by Bertolt Brecht, Jean-Luck Godard and Reiner Fassbinder.
We would like to thank Chto Delat for their kind concession of thier video works.
- The Lesson on Dis-Content (2011, 18’ 16”)
This performance was recorded at the Staatliche Kunsthalle Baden-Baden on October 28, 2011. The occasion for this latest work was the Chto Delat solo show at the Staatliche Kunsthalle Baden-Baden, engaging in dialogue with the legacy of Bertolt Brecht, who premiered two works, Mahagonny-Songspiel (1927) and The Baden-Baden Lesson on Consent (1929), at the new German chamber music festival in this same city. Chto Delat wanted to produce a new piece in direct dialogue and debate with the work of this great master. The piece is based on a critical reading of a number of texts produced by the anti-psychiatry movement, which emerged in the late sixties and early seventies in the Europe and US, especially those of the well-known Socialist Patients’ Collective in Heidelberg. In our performance, a “chorus of patients” that has been invited to appear at the exhibition opening becomes engaged in dialogue with the audience. Our work critiques the modern concept of a healthy lifestyle and discusses how we might radicalize this concept and “turn illness into a weapon”.
- Museum Songspiel (2011, 25' 21’’)
The fourth songspiel by Chto Delat represents a similar new form of contemporary tragedy, realized in a tradition of dystopia film. The script takes place against the backdrop of an imaginary scenario of Dutch politics in the year 20XX, where all immigrants have been banned from the country. The first scene shows a Museum’s guard who is controlling the galleries. The dramatic soundtrack accompanying the scene seems to anticipate his confusion, when stumbling upon a group of illegal immigrants, who have sought refuge in a large display case designed for street art incorporated into the museum. The museum seems to be the only institution in which they hope to be able to evade their deportation. The situation reminiscent of a (human) zoo, where one group is separated from another through a large glass wall, is finally resolved when the museum director tells the outraged journalist, that the museum never intended to hide the immigrants from the authorities in the first place, rather they were merely hired as actors for a performance. The film raises the frightening question of which particular role the museum and therefore also art might be forced to play under political circumstances borrowed from the realities of Russian current political situation. The film is a kind of acid test on how socially concerned art might operate under severe pressure of control by nationalistic populist governments.
Curated by: Irene Angenica, Bianca Buccioli, Emanuele Carlenzi, Martina Cavalli, Gabriella Dal Lago, Alice Labor, Ginevra Ludovici, Federica Torgano, Stefano Volpato.
20.06.2019
Il secondo appuntamento di Meet&Screen ha proposto la proiezione di tre opere video del collettivo russo Chto Delat, la cui pratica mira a combinare teoria politica, arte e attivismo. La sua attività artistica è svolta attraverso una vasta gamma di media - da video e spettacoli teatrali a programmi radiofonici e dipinti murali - e comprende progetti artistici, seminari e campagne pubbliche. Le opere del collettivo sono caratterizzate dall'uso dell'effetto di alienazione, scenari surreali, analisi sempre basate su casi concreti di lotte sociali e politiche. L'estetica del gruppo si basa anche sulla rottura eretica dei dispositivi artistici offerti da Bertolt Brecht, Jean-Luc Godard e Reiner Fassbinder.
Si ringrazia Chto Delat per la gentile concessione dei lavori video.
- The Lesson on Dis-Content (2011, 18’ 16”)
Questa performance è stata registrata alla Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden il 28 ottobre 2011. Il lavoro è stato prodotto in occasione della mostra personale di Chto Delat presso il museo tedesco, dove il collettivo entrava in dialogo con l'eredità di Bertolt Brecht, che aveva presentato in anteprima due opere, Mahagonny-Songspiel (1927) e The Baden-Baden Lesson on Consent (1929), al nuovo festival di musica da camera tedesco nella stessa città. Chto Delat voleva produrre un nuovo pezzo in dialogo diretto con il lavoro di questo grande maestro. Il video si basa su una lettura critica di un numero di testi prodotti dal movimento antipsichiatrico, formatosi tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta in Europa e negli Stati Uniti, in particolare quelli del noto collettivo dei Pazienti Socialisti a Heidelberg. Nella performance, un "coro di pazienti" che è stato invitato a comparire all'inaugurazione della mostra, si impegna in un dialogo con il pubblico. Quest’opera critica il concetto moderno di uno stile di vita sano e discute su come possiamo radicalizzarlo e "trasformare la malattia in un’arma".
- Museum Songspiel (2011, 25' 21’’)
La quarta songspiel rappresenta una nuova forma di tragedia contemporanea, realizzata nella tradizione dei film distopici. La sceneggiatura prende le mosse da uno scenario immaginario della politica olandese nell'anno 20XX, in cui tutti gli immigrati sono stati banditi dal paese. La prima scena mostra una guardia di museo che controlla le gallerie. La drammatica colonna sonora che accompagna la scena sembra anticipare la confusione del protagonista quando inciampa su un gruppo di immigrati clandestini che hanno cercato rifugio in una grande vetrina, progettata per l'esposizione di un’opera di street art all'interno della struttura museale. Il museo sembra essere l'unica istituzione in cui possono sperare di eludere la loro deportazione. La situazione, che ricorda uno zoo (umano), in cui un gruppo è separato dall'altro attraverso una grande vetrata, è finalmente risolta quando il direttore del museo dice a un giornalista indignato che non c’era mai stata l’intenzione di nascondere gli immigrati dalle autorità, ma che sono stati semplicemente assunti come attori per una performance. Il film solleva la spaventosa questione su quale ruolo specifico il museo, e quindi anche l'arte, potrebbe essere costretta a giocare in circostanze politiche simili alla situazione politica russa attuale. Il film è una sorta di test su come l'arte socialmente impegnata potrebbe operare sotto una forte pressione da parte dei governi populisti nazionalisti.
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The second appointment proposed the screening of three video works by the Russian collective Chto Delat, whose practice aims to combine political theory, art and activism. Their artistic activity is carried out through a wide range of media - from videos and theatrical performances to radio programs and murals - and includes artistic projects, seminars and public campaigns. The collective's works are characterized by the use of the effect of alienation, surreal scenarios, typicality and analysis always based on concrete cases of social and political struggles. The group's aesthetic is also based on the heretical break-up of the artistic devices offered by Bertolt Brecht, Jean-Luck Godard and Reiner Fassbinder.
We would like to thank Chto Delat for their kind concession of thier video works.
- The Lesson on Dis-Content (2011, 18’ 16”)
This performance was recorded at the Staatliche Kunsthalle Baden-Baden on October 28, 2011. The occasion for this latest work was the Chto Delat solo show at the Staatliche Kunsthalle Baden-Baden, engaging in dialogue with the legacy of Bertolt Brecht, who premiered two works, Mahagonny-Songspiel (1927) and The Baden-Baden Lesson on Consent (1929), at the new German chamber music festival in this same city. Chto Delat wanted to produce a new piece in direct dialogue and debate with the work of this great master. The piece is based on a critical reading of a number of texts produced by the anti-psychiatry movement, which emerged in the late sixties and early seventies in the Europe and US, especially those of the well-known Socialist Patients’ Collective in Heidelberg. In our performance, a “chorus of patients” that has been invited to appear at the exhibition opening becomes engaged in dialogue with the audience. Our work critiques the modern concept of a healthy lifestyle and discusses how we might radicalize this concept and “turn illness into a weapon”.
- Museum Songspiel (2011, 25' 21’’)
The fourth songspiel by Chto Delat represents a similar new form of contemporary tragedy, realized in a tradition of dystopia film. The script takes place against the backdrop of an imaginary scenario of Dutch politics in the year 20XX, where all immigrants have been banned from the country. The first scene shows a Museum’s guard who is controlling the galleries. The dramatic soundtrack accompanying the scene seems to anticipate his confusion, when stumbling upon a group of illegal immigrants, who have sought refuge in a large display case designed for street art incorporated into the museum. The museum seems to be the only institution in which they hope to be able to evade their deportation. The situation reminiscent of a (human) zoo, where one group is separated from another through a large glass wall, is finally resolved when the museum director tells the outraged journalist, that the museum never intended to hide the immigrants from the authorities in the first place, rather they were merely hired as actors for a performance. The film raises the frightening question of which particular role the museum and therefore also art might be forced to play under political circumstances borrowed from the realities of Russian current political situation. The film is a kind of acid test on how socially concerned art might operate under severe pressure of control by nationalistic populist governments.
Curated by: Irene Angenica, Bianca Buccioli, Emanuele Carlenzi, Martina Cavalli, Gabriella Dal Lago, Alice Labor, Ginevra Ludovici, Federica Torgano, Stefano Volpato.
Gallery:
Chto Delat (Che fare?) è un collettivo fondato all'inizio del 2003 a San Pietroburgo da artisti, critici, filosofi e scrittori di San Pietroburgo, Mosca e Nizhny Novgorod. Il nome del gruppo deriva da un romanzo dello scrittore russo del diciannovesimo secolo Nikolai Chernyshevsky e ricorda immediatamente le prime auto-organizzazioni dei lavoratori socialisti in Russia, che Lenin analizzò nella sua stessa pubblicazione "Che fare?" (1902). Chto Delat si considera una cellula artistica e anche un organizzatore di comunità, per una varietà di attività culturali intente a politicizzare la "produzione di conoscenza". Nel 2013, Chto Delat ha avviato una piattaforma educativa - la School of Engaged Art in Petersburg - e gestisce anche uno spazio chiamato Rosa’s House of Culture. Le attività del collettivo sono coordinate da un gruppo centrale che comprende Tsaplya Olga Egorova (artista), Artiom Magun (filosofo), Nikolay Oleynikov (artista), Natalia Pershina / Glucklya (artista), Alexey Penzin (filosofo), Alexander Skidan (poeta e critico), Oxana Timofeeva (filosofo), Dmitry Vilensky (artista) e Nina Gasteva (coreografa).
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Chto Delat (What is to be done?) was founded in early 2003 in Petersburg by a workgroup of artists, critics, philosophers and writers from St. Petersburg, Moscow, and Nizhny Novgorod. The name of the group derives from a novel by the Russian 19th century writer Nikolai Chernyshevsky, and immediately brings to mind the first socialist workers’ self-organizations in Russia, which Lenin actualized in his own publication “What is to be done?” (1902). Chto Delat sees itself as an artistic cell and also as a community organizer for a variety of cultural activities intent on politicizing “knowledge production”. In 2013, Chto Delat initiated an educational platform— the School of Engaged Art in Petersburg - and also runs a space called Rosa’s House of Culture. The collective’s activities are coordinated by a core group including Tsaplya Olga Egorova (artist), Artiom Magun (philosopher), Nikolay Oleynikov (artist), Natalia Pershina / Glucklya (artist), Alexey Penzin (philosopher), Alexander Skidan (poet and critic), Oxana Timofeeva (philosopher), Dmitry Vilensky (artist) and Nina Gasteva (choreographer).
︎https://chtodelat.org/